Località lungo le strade miliari
E’ interessante la descrizione delle strade romane nelle varie località, perché sono come dei tracciati che permettono di capire il perché della presenza di chiesette devozionali dedicate a San Mamete.
Le descrizioni delle strade romane risultano interessanti, in quanto sono state
individuate alcune località che permettono di capire il perché della presenza di chiesette
devozionali dedicate al Santo Mamete, oggetto della ricerca stessa.
La circoscrizione metropolitica del Vescovado milanese, al tempo di Ambrogio, come risulta dalle
lettere e dagli atti del Vescovo, si estendeva a tutta quella fascia detta "Liguria ed Aemilia",
che godeva, data l'autorità di S.Ambrogio, preminenza sulle Venezie e Istria; in seguito arriverà
a comprendere anche le pievi del Canton Ticino.
Di seguito, diamo una breve descrizione delle località attraversate dalle strade romane e medievali.
Percorso Comensis
DERGANO
Anticamente era uno sperduto villaggio del feudo di Desio. Ne erano proprietarie
le monache del Monastero del Lentasio. Probabilmente il nome della località è di origine Gallica.
In origine la località faceva parte della pieve di Bruzzano.
AFFORI
Nei secoli antichi era una località di boscaglie ed acquitrini, dove nel mezzo
passava una strada militare romana per Como. Affori era al confine con le pievi di Bruzzano e
Bollate.
Il borgo compare per la prima volta nel 915 ed era un imponente fondo dei monaci di S. Simpliciano
a Milano.
BRUZZANO
Località frequentata già in epoca romana di Augusto. Dentro un rozzo avello si
è trovata una stupenda urna greca di bronzo del IV° sec. a.C. con ceneri e suppellettili varie. E'
attualmente conservata presso il museo archeologico di Varese.
PADERNO DUGNANO
Il toponimo "Dugnano" deriverebbe dal nome personale "Dunius", origine del suo
insediamento.
OSPITALETTO
Al VI° miliare, località che nel medioevo divenne luogo di assistenza ai
viandanti.
S.MARIA DEL PILASTRELLO
L'indicazione Pilastrello testimonia la presenza del VII° miliare della
strada romana.
BOVISIO MASCIAGO
Nel sec. XI° era nota una famiglia di valvassori "De Buyso". Ad essa appartenne
l'arcivescovo milanese Anselmo IV°, che morì a Costantinopoli nello scontro con i turchi, durante
una crociata. Il nome "masciago" ricordato nel 979 come "loco masciago" era sede di una cascina.
CESANO MADERNO
Aggettivo in "-anus" del nome proprio di persona "Caesius", mentre l'attributo
"maderno" sembrava derivare dal latino "maternus" ad indicare che il primo nucleo era stato trasmesso in
eredità per linea materna. Secondo recenti studi [1]
l’appellativo maderno deriva invece dalla famiglia milanese Maderno o de Madernis che nel medioevo
fu tra le maggiori possidenti di Cesano (la derivazione da "maternus" – "materno" sembra quindi
essere superata). In un documento del 1081, la località è indicata "Castro Zisano" e più
tardi "Cixanum". Nel periodo medioevale era feudo del monastero di Santa Maria d’Aurona, detto anche della Purificazione. Questo potente e ricco monastero benedettino femminile fu fondato nell'VIII secolo dalla principessa longobarda Aurona a Milano in pieno centro, nell'attuale via Monte di Pietà.
SEVESO
In questa località furono trovati reperti dell'epoca gallo-romana, tra cui due
are collocate nella villa Peruviana, su entrambe le quali appaiono scritte latine che testimoniano
lo scioglimento di voti, uno alla dea Vittoria, l'altro al Dio Mercurio.
CIMNAGO
A nord della località, precisamente a Mocchirolo, passava la strada militare
romana. Esiste un oratorio con affreschi antichissimi.
CANTU'
Anticamente "Canturium", deriva dal popolo insubrico dei Canturigi, citato
nell'antichità dallo storico Strabone. Con il nome "Canturium" veniva indicato il nucleo attorno
a Galliano, che costituiva un vicus romano, come provano i numerosi reperti trovati nei
dintorni. In questa località furono erette due antiche Chiese, gioielli artistici della
Lombardia.
La vicina località di Agliate era già un centro di culto prima dell'avvento del Cristianesimo,
come testimoniano alcune lastre rinvenute con dediche alle divinità celtiche. Quindi il piccolo
nucleo, prima celtico, poi romano, divenne infine cristiano.
COMO
Alla Porta Pretoria fu trovata la XXVI colonna miliare, ora conservata nel Museo
Archeologico.
A Como si trovava la statio navium, a testimonianza della presenza di battellieri, che
trasportavano truppe e materiali nei valichi alpini per giungere nella Rezia e a Coira.
MENAGGIO MESE Probabile percorso medievale parallelo alla strada Comensis OLTRONA SAN MAMETE PORLEZZA VALSOLDA
La strada proseguiva per Menaggio, località antichissima, comprovata dalla presenza di reperti del neolitico e dell'età del bronzo: fu abitata dai Celti e
nel 196 a.C. divenne romana. Numerosi sono i reperti anche di questo periodo.
La via Regia a Menaggio si biforca per salire da una parte verso Porlezza e al valico
della Valsolda, mentre dall'altra raggiunge l'imbocco della Val Chiavenna e della Valtellina.
In territorio del comune di Plesio, nelle vicinanze dell'alpe Nesdale, vi è una cappella
col nome di Sant'Amate (Sant'Amaa in dialetto locale), evidente dialettizzazione
del nome Mama da cui deriva Mamete. E' posta su una sella erbosa del costone
del Monte Bregagno (1621 m.). Vi si celebra la Messa la mattina della prima Domenica di Agosto.
Se da Menaggio noi ci portiamo verso la Val Chiavenna, troviamo la località di
Mese (Sondrio), insediamento antico, dove vennero alla luce reperti che testimoniano l'esistenza di
una necropoli dell'età del ferro. Mese, citata in documenti del 1016, era attraversata da una strada
che conduceva a Coira. A Mese la chiesa era dedicata a S. Mamete, menzionata in documenti del 1108,
purtroppo andata distrutta nel 1888 da una furiosa inondazione, precipitata dal monte Spluga che
stravolse il corso del fiume Liri e si abbatté rovinosamente sulla bella chiesa di S.Mamete. Ne uscì
indenne solo il possente campanile, ma nel 1920 un'altra furiosa inondazione demolì per sempre
quel solitario testimone che dominava la prateria di Mese. Per ricordare quel luogo sacro, fu
eretta una colonna, sormontata dalla cimasa dell'antico campanile; la si incontra presso il ponte
S. Mamete, sulla strada provinciale che conduce a Chiavenna.
Un'ulteriore memoria è l'immagine in rilievo che riproduce S. Mamete su una delle campane della
chiesa parrocchiale di Mese.
Questa località, posta nella Pieve di Appiano, si trova a metà strada tra i due percorsi viari di
epoca romana, secondo le direttrici Milano-Como e Milano-Varese.
E' una località di origini antiche, anche se notizie precise se ne hanno soltanto a partire dal 1000.
Era un feudo dei Benedettini del Monastero di S. Simpliciano a Milano.
Sul colle detto di "S.Mamete" e sui ruderi di un bastione fortificato nel 1160 contro il Barbarossa,
i Benedettini eressero una cappelletta, con il piccolo cimitero per la popolazione. La chiesetta
venne più tardi riedificata su disegno del Pellegrini.
Il percorso viario che porta verso la località di Porlezza in Vasolda è una possibile via che si
inserisce, forse in epoca medievale, per raggiungere il valico di S.Lucio (o Luguzzone o Uguzzo) sul
confine italo-svizzero che mette in comunicazione il lago di Lugano con la Val Colla e si riunisce
con la strada romana che passava per Sonvico, Arosio, Taverne, nelle cui vicinanze furono trovate
vestigia di questa antica strada. Tale percorso, forse frequentato da soldati o pellegrini, è segnato da una
serie di dedicazioni a San Mamete.
Non si sono trovati reperti archeologici romani, tuttavia la località era
abitata almeno fin dall'epoca bizantina: ne sono testimonianza le monete auree dell'imperatore
Maurizio (582-602) trovate sia a Porlezza che a Puria. Nel 951, come attesta un antico documento,
i re Berengario ed Adalberto, assegnano la curtis regia di Porlezza al monastero di suore
benedettine di S.Maria del senatore di Pavia.
La Pieve, con l'intero territorio della Valsolda, risulta essere stata una Signoria soggetta anche
civilmente agli arcivescovi di Milano, cui fu assegnata da Ottone I°, probabilmente all'epoca
dell'Arcivescovo Valperto (953-969).
Risulta abitata sin dal 222 a.C. dai Gauni, divenne in seguito una colonia
romana obbligata come altre a dare aiuti militari alle legioni. La Valsolda (o Vallo Solido) era uno
degli ultimi baluardi dell'impero romano-bizantino, baluardo difeso dal generale Froncione che tenne
testa per otto mesi all'invasione longobarda (fino al 588 d.C.). Dopo la capitolazione la valle
divenne un castrum mediolanense eretto dai Longobardi contro i Franchi: ancora oggi si
possono vedere tracce di fortilizi e torri, quali punti di osservazione sui passaggi.Divenne
territorio di "pascoli regi".
Con l'arrivo dei franchi si presenta la figura di Carlo Magno, fondatore del feudalesimo,
distributore di feudi, di immunità e di esenzioni specialmente a "Signorie Vescovili ed abbaziali".
Figura di riferimento è quella di Totone, tra le cui proprietà feudali troviamo le località delle
"tre valli svizzere" visitate da S. Carlo Borromeo per ben cinque volte nella seconda metà del
XVI° sec.
Totone dispose che alla sua morte le sue proprietà fossero consegnate all'arcivescovo di Milano e
più specificamente ai monaci del Monastero di S.Ambrogio.
SAN MAMETE VALSOLDA
Accogliente capoluogo della Valsolda affacciato sul lago di Lugano. Il Santo è popolarmente chiamato "Sa Mà". La Chiesa parrocchiale, oltre che a San Mamete, è dedicata a Sant'Agapito, ed è già esistente nel XII° sec.IL VALICO DI SAN LUCIO
L'antico percorso viario continua lungo il lago di Lugano, passando per la
Valsolda, la Val Capriasca e, attraverso il valico di S.Lucio, sale lungo la val Cavargna per
scendere in Val Colla.
Il valico di S.Lucio era un itinerario antichissimo, indicato come "passo stretto", selvaggia gola
già percorsa in epoca romana da mercanti e soldati, che presso il culmen (oggi "colle")
offrivano un obolo per propiziarsi il viaggio "pro itu et reditu" per poi raggiungere
attraverso Sonvico la via per Biasca.
Nel sec. XIV°, la fede dei pellegrini eresse l'oratorio dedicato a S.Lucio,
nel luogo in cui il santo era stato martirizzato un mandriano testimone della fede. L'oratorio
sorge a mt.1500 d'altezza, a guardia del passo omonimo, lungo il confine italo-svizzero: passo che
mette in comunicazione la zona di Porlezza con Lugano per mezzo della Val Cavargna e della Val Colla.
Il passo S. Lucio era collegato attraverso gli alti "crinali erbosi" della catena Mesolcina
Meridionale con il passo di S. Jorio. Questi percorsi erano usufruiti, nell'antichità, dalle
popolazioni locali e dai soldati: tra questi troviamo i mercenari "Cavargnoni" delle truppe di Gian
Giacomo de' Medici, detto il "Medeghino", castellano della rocca di Musso dove si svolse un assedio
dal 1522 a 1532.
La Chiesa dedicata a S. Lucio viene nominata nel 1359 in uno scritto dell'arcivescovo di Milano
Mons. Crivelli, unitamente al nome di un frate, certo Viola, che risiedeva in luogo come
eremita e custodiva la chiesa e distribuiva elemosina ai viandanti bisognosi.
LE ANTICHE PIEVI DEL CANTON TICINO
All'origine vi fu una donazione da parte di Attone, figlio del Visconte Aldegario di
Corte Regia nonchè vescovo di Vercelli ad opera dell'arcivescovo di Milano, il quale decise di
dare un bene come le valli, ricche di pascoli e sul percorso viario principale di fondazione romana,
ai canonici del "Duomo di Milano", che diventarono così una potenza economica.
Quasi certamente i missionari che arrivarono in Svizzera per fondare le pievi cristiane, insieme
a mercanti e soldati percorsero questo tracciato viario.
Queste antiche pievi rappresentano l'ultimo atto compiuto dalla Diocesi di Ambrogio per diffondere e organizzare il cristianesimo nel territorio che apparteneva al "Municipium" romano di Milano.
S.Gregorio di Tours riportava che il piccolo lago di Lugano (erat stagnum quoddam in ipso
mediolanensis urbis territorio, quod Ceresium vicitant) insieme al castello di Bellinzona (huius
mediolanensis urbis castrum) appartenevano alla Diocesi di Milano.
Questa preziosa testimonianza ci assicura che il territorio milanese comprendeva la zona sotto il
Passo del monte Ceneri, il locarnese e la strada che conduceva ai passi alpini, tale territorio
della Milano civile, si identificava con quello della Milano religiosa, cioè formava il territorio
diocesano metropolitico con le sue quattordici diocesi della Gallia Cisalpina dove sorsero
altrettanti sedi episcopali nominate dal Vescovo di Milano.
Seguendo il tracciato viario troviamo in territorio svizzero le località dove viene venerata la figura del martire Mamete. Le antiche Pievi sorgono dopo la morte di S.Ambrogio, quando l'Impero era ormai in fase avanzata di disfacimento e la Chiesa assicurava la stabilità delle sue istituzioni e si preparava a superare la prima fase di diffusione del cristianesimo.
SONVICO
Da Sonvico passava l'unica strada che metteva in comunicazione Lugano con la Val
Colla, attraverso il passo di S.Lucio.
Passava per Arosio la strada romana che da Breno portava fino a Taverne. Vestigia di questa strada
furono rinvenute nelle vicinanze di Taverne, Segrino e Mezzovico.
Fra Mezzovico e Vira troviamo la località S.Mamete dove la figura del martire è conosciuta
e venerata.
Summus Vicus (villaggio più alto) si trova su di una collina al limite
della valle del Casserete, da dove si gode una bella vista sulla Val Capriasca.
Importante è la cappella dedicata a S.Martino sul colle, chiesa che risale al 1146.
AGNO
Antica pieve, appartenente in epoca tardo-romana e alto-medievale alla Diocesi di
Milano. La Basilica è dedicata a "S. Johannis Aniasce" e potrebbe risalire al VI e VII° sec.
E' attestata nel diploma di Lodovico il Pio dell'819 (considerato, però, una falsificazione
dell' XI° sec.).
TAVERNE
Nella località vennero rinvenute tombe romane di inumati.
Le antiche strade, come quella del Monte Ceneri, erano praticate non solo da muli, ma anche da
carri. La località di Taverne, prima del valico di Monte Ceneri, è un tipico toponimo di sosta per
i viandanti e per il relativo cambio di cavalli.
I viaggiatori che dalla Lombardia e da Milano dovevano recarsi in Germania, attraverso i valichi del S. Gottardo, del Lucomagno e del S.Bernardino, potevano scegliere diverse strade:
TESSERETE
Il centro maggiore della Val Colla con la chiesa di S. Stefano del XV° sec.
con il campanile dell'XI°.
MEZZOVICO VIRA
In questa località si trova una chiesetta dedicata a San Mamete, costruzione del
1035, fondazione alto-medievale, probabile prima chiesa del vicus di mezzo dell'antica
"urtis comprendente anche Vira.
Il Santuario di San Mamete appare circondato da alberi di noce e tigli. Di tipica struttura
romanica, la prima segnalazione della sua esistenza lo fa risalire all'anno 1053.
Al centro della chiesa attuale sono visibili i resti della costruzione primitiva, con l'abside
posta dietro l'altare dei santi Rocco e Sebastiano; mentre i gradini, presso l'attuale parete nord,
ne segnalano il primitivo accesso di epoca romanica.
Il campanile che sorge isolato è del XII° sec.
Sulla parete centrale del coro sta il grandioso affresco della Crocifissione della fine del 1500,
attribuito alla scuola di Bernardino Luini.
BIRONICO VAL CARVINA
La località con la vicina Val Capriasca apparteneva a Milano, come risulta in
un atto del 1205. Chiesa dedicata ai SS. Johannis et Martini Bironici (castello in loco: Bironici).
Negli scavi eseguiti nel 1931 per la fondazione del nuovo campanile fu scoperta attigua alla chiesa
una vasca, avanzo probabile di un antico Battistero risalente all'800.
QUARTINO
Località ai piedi del valico di Monteceneri. Originariamente i possedimenti
longobardi furono affidati ai Benedettini, soggetti al monastero di S. Gemolo di Valganna. La
località venne poi sottratta ai Benedettini da Papa Alessandro III° e affidata alla cura della
Chiesa di S.Nicola.
Il toponimo ricorda il quarto "milio" della strada romana.
LUMINO
In antico importante stazione della strada transalpina del Mons Avium.
Nella località venne rinvenuta una punta di lancia longobarda, nonché una tomba
altomedievale munita di pietra.
Un tempo erano notevoli, in questo modesto comune a nord di Bellinzona, le produzioni di carbone di
legna e le cave di pietra.
La Chiesa parrocchiale è dedicata a San Mamete: risale all'anno 1244 e diventa Parrocchia nel 1585.
Nel 1907 in quel luogo vennero rinvenute alcune tombe, fatte risalire ad un non meglio precisato
Age Chrétien primitif.
La festa del Santo è una tipica sagra popolare.
BIASCA
Centro ecclesiastico e politico delle tre valli ambrosiane: Leventina, Blenio
e Riviera, e antico insediamento romano, attestato dal ritrovamento di due ripostigli con monete
d'oro del tardo impero. Secondo gli studiosi le alte valli fin dalla conquista romana furono
attribuite anche religiosamente al Municipium di Milano per il controllo dell'antica strada
transalpina del Lucomagno, che divenne "strada municipale".
La chiesa plebana è di costruzione romanica, dedicata ai SS. Pietro e Paolo, uno dei monumenti
romanici più significativi della Svizzera. Venne eretta a cavallo tra i secc. XI° e XII°, con
rimaneggiamenti all'interno nei sec. XVII° e XVIII°.
GORNICO
Località famosa per la storia della Confederazione Svizzera e per i suoi
monumenti sacri. L'antica strada del San Gottardo si snodava da un versante all'altro della valle
attraversando due ponti arcuati tuttora esistenti.
Monumento romanico più importante del Canton Ticino è la Chiesa dedicata a S. Nicolao, del 1210.
Divenne monastero per i benedettini, poi soppresso nel XV° sec.
Si trova inoltre una chiesetta dedicata a S.Pellegrino, che era luogo di sosta e possedeva un
portico ove passava la strada antica.
[1]Cfr. ALESSANDRO MOLTENI, tesi in storia
medioevale presso l'Università Statale di Milano dedicata alle antiche pergamene del Monastero
di S.Maria d’Aurona relative al feudo di Cesano, 2001
|